Sull’unghia del Sasso Rosso, che sporge verso sud da una giogaia, alto su uno sfasciume di rocce, all’inizio della vallata dell’Albegna, è infissa con due chiodi una catena di ferro di tredici anelli, non visibile dal basso ad occhio nudo. In cima al sasso è murato un anello dal quale qualcuno si è penzolato nell’orrido per piantarla.
E’ stata scoperta casualmente da Riccardo Nardi, appassionato naturalista e responsabile dell’Oasi del WWF di Rocconi, mentre seguiva con il telescopio il volo di un lanario. Vederla lanciare il suo misterioso messaggio solitaria e sperduta in mezzo alla roccia è stata un’emozione. Chi, quando, perché ? Mistero.
Considerato che nessuna utilità pratica ne giustifica l’esistenza, chi ha osato correre un gravissimo rischio deve essere stato motivato da un profondo bisogno spirituale: la catena potrebbe essere l’ex-voto di un prigioniero liberato dalla schiavitù in tempi remoti, forse nel medioevo. Infatti non è infrequente in Francia, nell’Aquitania e particolarmente nel Limousine e immediati dintorni, la presenza di catene simili infisse alte nelle falesie: pare se ne trovino nella valle dell’Ardeche e, scoperta da Riccardo Nardi, a Rocamadour, un paese nella regione Midi-Pyrènèes, dipartimento Lot, meta di pellegrinaggi sulla via ancora oggi frequentata di San Giacomo di Compostela. Anche questa catena, di tredici anelli fatti a otto, è infissa in un’alta roccia di 150 metri che domina la gola dell’Alzou: da una parte è retta dalla spada di Rolando, la Durlindana.
Sempre a Rocamadour esiste una salita di 216 scalini da fare in ginocchio, alla cui sommità molti pellegrini lasciavano come ex voto i ferri e le catene da cui si erano liberati. Il santo, a cui erano dedicati questi doni di riconoscenza, era senza dubbio San Leonardo di Noblac (Noblat), venerato in tutta l’Aquitania. La storia di Ademaro di Chabanne (1028) racconta che Leonardo sarebbe nato in Gallia, sotto l’imperatore Atanasio (491-518); di nobile famiglia franca avrebbe avuto come padrino al battesimo il re Clodoveo (465-511) da poco convertitosi al cattolicesimo. Leonardo seguì San Remigio, vescovo di Reims e, come il suo maestro, ottenne da Clodoveo la facoltà di liberare i prigionieri detenuti ingiustamente. Visse come eremita nei pressi di Limoges. Nella foresta di Pavun soccorse la regina Clotilde, presa dai dolori del parto e con il suo aiuto spirituale nacque un bambino. Clodoveo, riconoscente, gli concesse una parte del bosco per fondare un monastero, che Leonardo dedicò alla Madonna e a San Remigio e che chiamò Nobiliacum o Noblac.
La fama del santo eremita si diffuse e il luogo cominciò ad essere molto frequentato dalle persone graziate; intorno al monastero si creò una cittadina, Saint Leonard di Noblac, ancora oggi vivace e ricca, così come esiste sempre la sorgente miracolosa, che sarebbe sgorgata come dono della Madonna. San Leonardo sarebbe morto il 6 novembre, verso il 560 d.C. Nelle iconografie appare con il cappuccio, in abiti monastici bianchi o neri, con delle catene, un libro….
Il suo culto si diffuse in tutta Europa e approdò in Italia seguendo i Longobardi e i Normanni.
Fra le molte chiese a lui dedicate è di grande valore artistico l’Abbazia di Siponto, fondata a difesa della strada dei pellegrini diretti alla Grotta di San Michele e in Terrasanta, verso la fine dell’XI secolo dai canonici agostiniani e poi affidata al potente Ordine Teutonico di Santa Maria di Prussia che già operava in Gerusalemme a difesa della Cristianità.
E ritorniamo alla catena del Sasso Rosso, simile a quella di Rocamadour: bisogna sapere che nella nostra zona era molto diffuso il culto di San Leonardo intorno all’anno mille. Si trovano dedicazioni di chiese e ospitali ad Arcidosso, Casteldepiano, Abbadia San Salvatore, Montorgiali, Scansano, Manciano (arcipretura), Pereta (ospedale), Grosseto (ospedale), Follonica (pieve).
Se ne trovano molte nella Toscana: Arcetri, Querciola, Treponzio, Cerbaiola, Foiano della Chiana, Follo in Val di Magra, Lucca, Monticchiello, Piviere di Pistoia, Pistoia, Collina, Ripoli, ecc….
E molte località si chiamano San Leonardo: San Leonardo in Aquileia (Serchio), in Arcetri, in Artimino, in Cerreto Guidi, in Collina, San Leonardo sul Frigido, San Leonardo in Greti, San Leonardo a Laiatico, San Leonardo a Lucardo, San Leonardo alla Selva (Rosia Siena), San Leonardo alla Serra in Valdinievole, San Leonardo a S.Zeno in Val di Chiana.
Il culto di S.Leonardo nelle nostre zone potrebbe far configurare la catena come l’ex voto di un prigioniero liberato che, risalendo la vallata dell’Albegna, trovò nel Sasso Rosso il luogo ideale per depositare i suoi ferri. Ma non basta: occorrerebbe che qualcuno riuscisse a raggiungere la misteriosa catena e prelevasse un campione del ferro di cui è costituita. Solo così potremmo datarla e spiegarci il suo mistero.
Ci può aiutare qualcuno?